Healthcare tedesco in Italia: ogni euro investito ne genera tre e l’innovazione traina il sistema

Condividi:
Share

Le imprese farmaceutiche e medtech a capitale tedesco confermano il loro ruolo strategico per la crescita e la sostenibilità del sistema healthcare italiano. Nel 2023 il valore della produzione ha raggiunto 5,4 miliardi di euro – circa l’8% del totale nazionale – con oltre 9.000 occupati diretti.

Secondo lo studio “L’impatto delle imprese healthcare a capitale tedesco in Italia”, realizzato da AHK Italien – Camera di Commercio Italo Germanica –  e Luiss Business School – con il supporto di Bayer, Boehringer Ingelheim, B. Braun, Fresenius Kabi e Merck – l’impatto economico complessivo, considerando l’indotto e gli spillover tecnologici, supera i 2,9 miliardi di euro.

La “regola del tre
Per l’healthcare tedesco in Italia vale la cosiddetta “regola del tre”: ogni euro investito genera tre euro di PIL e ogni occupato diretto attiva tre unità lavorative nell’indotto.

Dal 2000 al 2024, le aziende a capitale tedesco hanno avviato nel nostro Paese oltre 260 milioni di euro di investimenti annui medi, di cui il 55% dedicato alla R&D, con un’attenzione crescente a digitalizzazione, automazione e sostenibilità dei processi produttivi.

Centri di eccellenza e innovazione
L’Italia non è solo sede produttiva: è un centro di competenze e innovazione, con stabilimenti riconosciuti a livello globale per capacità tecnologiche. Lo stabilimento Bayer di Garbagnate Milanese, ad esempio, è stato premiato dal World Economic Forum per innovazione e sostenibilità.

Il polo di Mirandola di B. Braun è dedicato allo sviluppo internazionale di dispositivi medici, quello strategico globale di Bidachem (Gruppo Boehringer Ingelheim) a Fornovo San Giovanni produce principi attivi certificati Carbon Neutral.

Il sito di Villadose di Fresenius Kabi è focalizzato sulla ricerca e sviluppo di peptidi green, mentre quello di Guidonia e l’Istituto di Ricerche Biomediche Antoine Marxer – RBM di Colleretto Giacosa (Torino) del Gruppo Merck rappresentano un’eccellenza nella ricerca biomedica.

Sempre nel periodo 2000-2024, le imprese tedesche hanno attivato oltre 200 sperimentazioni cliniche, con una quota di Fase I e II pari al 53%, superiore alla media nazionale.

Criticità e ostacoli
Nonostante la solidità dell’industria farmaceutica e medtech tedesca in Italia, permangono criticità strutturali, rappresentate da un quadro normativo instabile, complessità burocratiche che rallentano autorizzazioni e studi clinici, politiche di prezzo e procurement basate quasi esclusivamente sul criterio del prezzo più basso e meccanismo del payback, fonte di incertezza sulla remunerazione delle attività. Anche le normative europee, dalle restrizioni REACH alle modifiche della normativa farmaceutica UE, rischiano di ridurre la protezione della proprietà intellettuale e gli investimenti in R&D.

Verso un cambio di paradigma
Lo studio sottolinea la necessità di considerare la spesa sanitaria come leva industriale strategica, capace di mobilitare investimenti e competenze. Occorre, inoltre, ridefinire budgeting, payback e procurement, semplificare l’iter amministrativo e normativo, e garantire maggiore coerenza tra le politiche europee e la realtà industriale del settore.

“Il settore pharma e medtech costituisce uno da sempre dei pilastri delle relazioni economiche tra i nostri due Paesi» sottolinea Jörg Buck, Consigliere Delegato AHK Italien, “il radicamento delle imprese tedesche del settore in Italia è un motore di stabilità e competitività, capace di generare valore economico e sociale per entrambe le economie. In un contesto complesso, serve investire su questo rapporto, introducendo i necessari cambiamenti a livello regolativo e di budgeting per non vanificare un enorme potenziale”

Notizie correlate



Homnya Srl | Partita IVA: 13026241003

Sede legale: Via della Stelletta, 23 - 00186 - Roma
Sede operativa: Via della Stelletta, 23 - 00186 - Roma
Sede operativa: Via Galvani, 24 - 20099 - Milano

Daily Health Industry © 2025